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Giardinaggio Il Prato.

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Aerazione del Terreno

Dizionari Enciclopedia Storia Link utili

La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
(Ernesto Codignola)

Giardinaggio Il Prato

Introduzione Preparazione dell'Area La Pulizia La Livellazione La Vangatura Semina o Trapianto? Trapianto delle Piote Erbose Vantaggi e Svantaggi delle Piote Erbose Il Prato Da Seme La Semina Vantaggi e Svantaggi della Semina Le Principali Essenze da Prato Manutenzione La Tosatura

L'Irrigazione La Concimazione La Rastrellatura La Scarificatura Lavorazioni Particolari L'Aerazione Le Riparazioni Diserbo Le Infestanti più Comuni Diserbo Chimico Le Avversità del Prato Malattie Fungine Muschio, Alghe e Licheni Calendario della Manutenzione Una Alternativa al Prato

BOTANICA - GIARDINAGGIO - IL PRATO

L'IRRIGAZIONE

Durante la maggior parte dell'anno le piogge riescono a mantenere una sufficiente umidità del terreno, cosicché in genere non si richiedono ulteriori apporti d'acqua. Esistono tuttavia periodi in cui l'irrigazione si rende indispensabile soprattutto per evitare che alcune infestanti, più resistenti dell'erba pregiata ai periodi siccitosi, prendano il sopravvento una volta ristabilito il giusto grado di umidità. Per evitare di intervenire quando è ormai troppo tardi, occorre tenere sotto controllo i primo 8-10 cm di profondità del terreno, oltre alla consistenza e lucentezza dell'erba, dopo che siano passati 7-10 giorni dall'ultima pioggia o irrigazione. Se il terreno appare asciutto, se l'erba ha perso elasticità ed il suo colore non è più brillante, non bisogna attendere oltre, ma procedere a un'abbondante irrigazione da effettuare in un momento fresco della giornata, in cui l'evaporazione risulti rallentata, come, ad esempio, alla sera o al mattino presto. La frequenza delle irrigazioni, dipende principalmente dal tipo di terreno e dal clima. Un terreno sabbioso trattiene meno l'umidità rispetto a uno argilloso e più compatto e va quindi bagnato più spesso. Analogamente è necessario un più assiduo apporto idrico in quei periodi dell'anno in cui la temperatura elevata provoca al prato una rapida perdita d'acqua per evaporazione. In generale è sufficiente un'irrigazione alla settimana, fino ad arrivare ad una ogni 3-4 giorni nei periodi molto secchi o in terreni leggeri, o ad una ogni 19 giorni quando il tempo è più umido. La cosa migliore sarebbe riuscire a far asciugare il terreno tra un'irrigazione e la successiva, per permettere all'aria di penetrare e alle radici di svilupparsi più profondamente. E' più proficuo, infatti, bagnare abbondantemente una volta ogni tanto piuttosto che poco tutti i giorni, altrimenti l'umidità concentrata nei primi centimetri del terreno stimolerebbe l'erba a produrre un apparato radicale superficiale che non sarebbe in grado di fronteggiare un eventuale periodo siccitoso. Esistono tuttavia regole generali per aumentare la ritenzione idrica del terreno e fare in modo che il prato riesca a sfruttare appieno l'acqua a sua disposizione: bisogna non tosare mai al di sotto dell'altezza raccomandata e lasciare l'erba un po' più lunga nei periodi siccitosi; è necessario concimare regolarmente usando un composto fosfatico almeno una volta all'anno per favorire lo sviluppo radicale; va rimosso, con una scaricatura autunnale, il feltro formato dai detriti di vegetali morti che creano uno strato impermeabile impedendo la penetrazione dell'acqua fino alle profondità interessate dalle radici; è opportuno prevenire o eliminare la compattazione del suolo, specie nei punti di maggior passaggio, con aerazioni autunnali, praticando dei fori nel terreno con una forca.

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LA CONCIMAZIONE

Ad ogni tosatura una buona parte degli elementi nutritivi del terreno, in particolare l'azoto, viene asportata insieme all'erba. Ben presto il suolo si impoverisce ed il prato comincia a diventare rado e scolorito, mentre muschio ed infestanti prendono il sopravvento. Scopo della concimazione è quindi ripristinare le riserve nutritive del terreno impoverite dai frequenti sfalci. Gli effetti che ne conseguono sono un aumento del colore, un rafforzamento e inspessimento del prato che non lascerà spazio a infestanti e muschio, e gli conferirà inoltre, una maggiore resistenza alla siccità, alle malattie e al calpestio. Nella maggior parte dei casi, una somministrazione primaverile di un fertilizzante composto, contenente cioè azoto, fosforo e potassio, è sufficiente ad apportare la quantità di elementi nutritivi richiesti dal tappeto erboso in un anno. E' opportuno rispettare, comunque, alcune regole generali: in primavera, quando l'erba è in attiva crescita, avviene il maggior consumo di azoto, quindi tale sostanza dovrà essere somministrata preferibilmente sotto una forma prontamente assimilabile; in autunno, invece, l'azoto da apportare dovrà essere a lento assorbimento per evitare che venga dilavato durante le piogge invernali. Bisogna ricordarsi, infine, di concimare preferibilmente quando è tempo fresco, con l'erba asciutta ma il terreno umido. Se si deve concimare durante periodi siccitosi, è bene irrigare abbondantemente, attendere che l'erba sia asciutta, fertilizzare ed irrigare ancora in modo leggero. Si sparge poi accuratamente il concime evitando accumuli che provocherebbero bruciature del prato. Se non piove nei 2 giorni successivi alla fertilizzazione, è indispensabile irrigare il prato per far penetrare il concime a livello delle radici.

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LA RASTRELLATURA

E' una lavorazione che ha diversi scopi a seconda del periodo dell'anno in cui viene effettuata. In primavera, ad esempio, risulta essenziale prima di procedere alla tosatura, per rimuovere tutto il materiale che si è depositato sulla superficie del prato durante l'inverno. Vengono così eliminati i coni di terra formati dai lombrichi, i detriti vegetali e il muschio morto, qualora sia stato effettuato un trattamento muschicida in autunno o all'inizio della primavera. Con questa operazione, inoltre, si risollevano i fili d'erba e i fusti striscianti di alcune malerbe, preparandoli, al taglio. Nella tarda primavera e in estate la rastrellatura deve essere eseguita in modo leggero e solo se non se ne può fare a meno. In autunno, invece, ha principalmente lo scopo di rimuovere e raccogliere le foglie cadute sul prato, che altrimenti marcirebbero provocando malattie. La rastrellatura, inoltre, può sostituire la scarificatura nei prati in cui la formazione di feltro, cioè lo strato di materiale fibroso morto che si interpone fra le radici dell'erba e la parte aerea, non sia molto consistente.

LA SCARIFICATURA

La scarificatura, che è una lavorazione più energica della rastrellatura, viene effettuata con un rastrello ordinario o con un apposito attrezzo con i denti a mezzaluna e ha principalmente lo scopo, aerando il terreno, di rimuovere il feltro e prevenire una ulteriore formazione. Quando infatti questo strato di materiale vegetale morto che si deposita sulla superficie arriva a superare i 2 cm, perde anche la blanda azione benefica che può avere durante l'estate in periodi siccitosi, ossia di preservare il suolo dalla dispersione di umidità per evaporazione; per di più, impregnandosi, impedisce all'acqua di penetrare nel terreno e favorisce l'insorgere di malattie. Il periodo migliore per effettuare la scarificatura è l'inizio di settembre; infatti, in questo mese la rimozione del feltro stimola la produzione di stoloni e nuovi getti sviluppati dall'erba. Se la quantità di feltro rimossa è consistente, sarà opportuno riseminare le aree rimaste vuote per evitare che vi si instaurino le infestanti.

LAVORAZIONI PARTICOLARI

L'AERAZIONE

L'aerazione ha lo scopo di permettere ad acqua e aria di penetrare al di sotto della superficie del terreno. Solitamente questa operazione non si esegue su tutta l'estensione del prato, ma solo nei punti in cui vi sia compattazione, cosa che si verifica soprattutto nei terreni pesanti, quando il suolo viene ripetutamente compresso a causa di un forte calpestio. Il periodo migliore per aerare il terreno è il mese di settembre, scegliendo una giornata in cui la superficie sia umida. Questa lavorazione consiste nel far penetrare nel terreno, fino alla profondità di 8-10 cm, una forca od altro attrezzo appuntito, così da creare dei canali che permettano gli scambi gassosi a livello delle radici e consentano all'acqua di raggiungere l'apparato radicale. Le aree compattate sono facilmente individuabili: l'acqua vi ristagna dopo le piogge e l'erba vi cresce stentata ed ingiallita improvvisamente durante i periodi siccitosi; nei casi più gravi, si formano chiazze di terra nuda. Nei terreni pesanti, qualora si verifichi il problema della compattazione, risulterà più efficace l'impiego di una apposita forca a denti cavi, al fine di estrarre delle «carote» di terreno che potranno essere ridistribuite sul prato insieme alla sabbia, in modo da riempire i buchi formati con materiale drenante più leggero. Questa operazione, può essere fatta ogni 3-5 anni e solo su terreni pesanti.

L'aerazione del terreno

L'aerazione del terreno

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LE RIPARAZIONI

Spesso, una cattiva preparazione del terreno prima dell'impianto del prato richiede l'intervento di piccoli lavori di riparazione. La cosa più importante è agire al più presto, scegliendo comunque la stagione più adatta. Considerando che la maggior parte dei lavori di riparazione consistono in una risemina o in una nuova posa di zolle, l'ideale è intervenire in un periodo in cui il tempo sia fresco e le piogge frequenti, come ad esempio in autunno. - Bordi danneggiati Inizialmente occorre delimitare, con un taglio praticato conficcando una vanga perpendicolarmente al terreno, un quadrato che comprenda la parte di bordo danneggiato. Poi bisogna sollevare delicatamente la zolla staccandola dal terreno e ruotarla, sistemando la parte danneggiata verso l'interno. Infine si deve riempire con terriccio il buco, pressare e spargere del nuovo seme. - Dossi e avvallamenti Sui dossi l'erba tosata risulta inevitabilmente più bassa rispetto alle altre zone del prato, fatto che ne provoca a lungo andare, un indebolimento e diradamento. Viceversa, negli avvallamenti l'erba tagliata rimane più alta e quindi è più soggetta a malattie a causa della possibilità di ristagno idrico durante la stagione piovosa. Per correggere gli avvallamenti poco pronunciati è sufficiente raggiungere periodicamente leggeri strati di terriccio, da distribuire direttamente sull'erba per uno spessore non superiore a 1 cm per volta. Per quanto riguarda invece la correzione dei dossi o avvallamenti più pronunciati, si deve procedere praticando un taglio trasversale nel centro della parte da correggere, con un attrezzo tagliente o una vanga a punta quadra. Bisogna effettuare, successivamente, due tagli perpendicolari, in modo da poter ripiegare indietro delicatamente i due lembi di prato, e poi rimuovere o aggiungere terreno a seconda del caso. Se la gibbosità è pronunciata ed il terreno di superficie è scarso, occorre rimuoverlo, asportare la terra eccedente prelevando quella di profondità, e quindi ridistribuire il terreno di superficie. Infine si ridisposizionano le zolle, si pressano con i piedi e si riempiono le giunture con terriccio fertile.

- Chiazze di terreno nudo

Le chiazze di terreno prive di erba possono essere dovute a diverse cause: - compattazione e scarso drenaggio - scomparsa di infestanti a seguito di trattamenti diserbanti - bruciature dovute ad eccessi di fertilizzanti o da urina di cane. Per rimediare a questo inconveniente si procederà con la risemina o con la posa di nuove piote erbose. Nel primo caso si deve lavorare la superficie della chiazza di terreno nudo con una forca e, successivamente, con un rastrello, per preparare il letto di semina. Si sparge quindi del nuovo seme ricoprendolo con un leggerissimo strato di terriccio fine. Come protezione dagli uccelli, è bene tendere alcuni fili, trattenuti da paletti, sulla zona seminata. Se invece si sceglie la posa di nuove piote, occorre delimitare un quadrato che comprenda la chiazza nuda, tagliando i lati con una vanga. Si asporta la zolla con la parte colpita e si frantuma la superficie del terreno sottostante la zolla. Poi si posa una nuova piota, la si pressa con il peso del corpo e si distribuisce del terriccio leggero lungo i tagli. Se la parte da sostituire è estesa, sarà opportuno suddividerla in più zolle di minore superficie, per facilitarne l'estrazione e la posa.

- Eliminazione dei succhioni

Molti alberi ed arbusti producono succhioni, ossia germogli che si sviluppano dal rizoma o dal tronco di una pianta e che se crescono in mezzo al prato rendendo difficoltosa la tosatura. Per estirparli definitivamente è consigliabile procedere in questo modo: si taglia il prato lungo l'asse in cui sono presenti i succhioni, si sollevano i lembi del prato con una vanga e li si rovescia delicatamente. Poi, dopo aver tagliato la radice che produce succhioni, si riposizionano le zolle erbose, che vanno pressate con i piedi perché si assestino, e infine si distribuisce del terriccio leggero lungo le linee di taglio.

DISERBO

Sono definite malerbe, o infestanti, tutte le piante che con la loro presenza alterano le caratteristiche del tappeto erboso, danneggiandolo oltre che dal punto di vista estetico anche da quello agronomico. Infatti le infestanti sottraggono acqua ed elementi nutritivi alle erbe pregiate, solitamente meno rustiche e competitive; inoltre quelle a foglia larga privano di luce e aria le erbe più fini, che di conseguenza soffocano. Le infestanti vengono normalmente suddivise in piante a foglia stretta, come le graminacee, o a foglia larga, come le dicotiledoni. Un'ulteriore distinzione viene fatta a seconda che siano annuali o perenni. Le prime, che si riproducono principalmente per seme, completano il loro ciclo vitale in una stagione. La loro disseminazione viene garantita dalla produzione di un'enorme quantità di semi estremamente piccoli e leggeri che vengono asportati dal vento, dagli uccelli, o, accidentalmente, da attrezzi e scarpe sporche. Le piante perenni posseggono organi di riserva sotterranei che garantiscono la loro sopravvivenza da un anno all'altro, anche se la parte aerea non supera l'inverno. Questi organi, inoltre, vengono utilizzati anche per la riproduzione vegetativa, potendosi formare nuove piantine da frazioni di essi. Fatte queste considerazioni, non si deve mai sottovalutare i danni che la presenza delle infestanti in un prato potrebbe causare, per questo vanno eliminate dal momento della loro comparsa, prima che si dissemino o si riproducano sfruttando gli spazi lasciati dall'erba. Prima di ricorrere a metodi drastici, come l'uso dei prodotti chimici, è bene ricordare che esistono degli accorgimenti e delle tecniche colturali miranti a prevenire o risolvere il problema delle malerbe quando la situazione non sia ancora eccessivamente grave, facendo in modo che non si creino le condizioni favorevoli alla loro diffusione. Molte malerbe annuali, ad esempio, possono essere controllate con un corretto programma di tosatura: sfalci regolari e ravvicinati ne limitano infatti lo sviluppo perché mantengono fitto e compatto il tappeto erboso. L'eliminazione dal prato di stoloni, infiorescenze e altre parti vegetative, che si ottiene applicando il cestello raccoglierba ad ogni sfalcio, limita ulteriormente il diffondersi delle infestanti. Una corretta e saltuaria scarnificatura o rastrellatura del tappeto erboso aiutano a controllare le malerbe striscianti e rinvigorisce il prato rimuovendo il feltro.

LE INFESTANTI PIU' COMUNI

Infestanti a foglia larga - Rumex. Il R. acetosa è una pianta a portamento strisciante presente soprattutto in terreni acidi e sabbiosi. Il fusto fiorifero alto circa 30 cm, porta piccoli fiori verdi che volgono al rosso. La propagazione avviene per mezzo dei semi o di parti di rizoma. Il R. acetosa si differenzia dal R. acetosella per la forma e la dimensione delle foglie. Il primo, inoltre, fiorisce da maggio a giugno, mentre nel secondo la fioritura si protrae fino ad agosto. Controllo: le piantine vanno rimosse manualmente, anche aiutandosi con una piccola forca. - Piantaggini. Sono infestanti perenni con foglie a rosetta e spighe erette che portano minuscoli fiori verdi o marroni. La grandezza delle foglie e la forma della spiga varia a seconda delle specie, che presentano, inoltre, diversi periodi di fioritura e differenti esigenze di terreno. La Plantago major preferisce i suoli compatti e fiorisce da maggio a settembre. La P. media si trova in terreni calcarei e poco fertili; il suo periodo di fioritura va da maggio ad agosto. La P. lanceolata preferisce suoli non acidi e fiorisce da aprile a settembre. Controllo: le piante isolate possono essere rimosse con una piccola forca a mano nel periodo di maggior sviluppo vegetativo del prato. Nel caso di infestazioni di più vasta portata, si ottengono buoni risultati con un unico trattamento a base di MCPA o 2,4 D. - Trifogli. Sono infestanti annuali, a portamento strisciante, alcuni dei quali, come quello bianco, emettono radici ad ogni nodo del fusto, formando nuove piante. Normalmente si trovano numerosi nei suoli non acidi, asciutti e poveri di azoto. Si propagano spontaneamente per seme e quindi, se non controllati, colonizzano velocemente il terreno. I più comuni sono il Trifolium repens, che ha il fiore bianco e fiorisce da maggio ad ottobre e il T. pratense, che fiorisce da fine aprile ad ottobre e ha il fiore violetto. Controllo: occorre rastrellare la superficie prima di tosare il prato, per sollevare i fusti e permettere che siano tagliati dal tosaerba. L'applicazione del cestello raccoglierba ad ogni tosatura limiterà, inoltre, la disseminazione. Il concimare con azoto ogni primavera, il non usare mai un fertilizzante ricco di fosforo o potassio all'inizio della stagione vegetativa e l'irrigare durante i periodi siccitosi, sono tutte pratiche agronomiche che aiutano a controllare lo sviluppo di queste infestanti. Qualora fosse necessario effettuare un trattamento chimico, questo dovrà essere eseguito in giugno o luglio con un prodotto contenente ioxynil. Una sola applicazione dovrebbe essere sufficiente. - Infestanti a foglia stretta - Digitaria sanguinalis e Setaria glauca. Normalmente indicate con il termine «pabio», sono graminacee infestanti che si sviluppano attivamente durante la stagione calda. Al termine dell'estate ingialliscono e muoiono rapidamente, lasciando nel terreno delle chiazze vuote che vengono difficilmente colonizzate dalle erbe da prato, che si stanno preparando al riposo vegetativo. Controllo: le piantine vanno rimosse manualmente o utilizzando dei prodotti antigerminello se i tappeti erbosi sono già stabilizzati.

DISERBO CHIMICO

La lotta alle graminacee infestanti con metodi chimici è resa possibile utilizzando prodotti che siano sufficientemente selettivi nei confronti delle piante da salvaguardare. La loro selettività consiste nell'agire soltanto su plantule in via di germinazione, senza danneggiare le adulte. E' quindi possibile utilizzare questi prodotti solo sui tappeti erbosi già formati, che abbiano cioè almeno 6-7 mesi. I principi attivi più comuni presenti in questi "antigerminello" sono il Benzulide e il Trifluralin. Al trattamento è opportuno far seguire un'abbondante irrigazione allo scopo di stimolare la germinazione delle plantule e di permettere all'erbicida di penetrare nel terreno ed essere assorbito più velocemente dalle radici delle infestanti. Per la lotta chimica contro le infestanti dicotiledoni, a foglia larga, vengono normalmente impiegati erbicidi selettivi di tipo "ormonale", ovvero contenenti sostanze che agiscono sui regolatori di crescita delle piante. Al fine di colpire le malerbe annuali a germinazione scalare conviene impiegare dosi minime di prodotto in primavera, ripetendo il trattamento secondo le necessità, ad intervalli di 20 giorni. I principi attivi contenuti in questo tipo di diserbanti sono il 2,4 D, l'MCFA e l'MCPP. Una buona concimazione azotata dopo il trattamento risulta molto utile per favorire lo sviluppo delle graminacee, che prendono il sopravvento.

LE AVVERSITA' DEL PRATO

Le avversità a cui è normalmente soggetto il prato possono essere riassunte in danni provocati da animali e alterazioni dovute a malattie fungine o a sviluppo di muschi, alghe o licheni. Per quanto riguarda gli animali, ne esistono alcuni, come talpe e lombrichi, che danneggiano il prato smuovendo la terra e intralciando la tosatura, altri, veri e propri professionisti, che vivono al di sotto dell'erba nutrendosi delle radici, come ad esempio le larve di alcuni insetti. Le talpe smuovono la terra scavando gallerie appena al di sotto della superficie del terreno perciò risultano dannose soprattutto per tappeti erbosi di nuovo impianto. Per eliminarle definitivamente risulta efficace la disposizione di trappole nel terreno, mentre l'immissione di prodotti fumogeni all'interno delle gallerie ne provoca l'allontanamento dalla zona. I lombrichi, invece, sono solitamente ritenuti utili perché con la loro azione di scavo arieggiano il terreno. Quando sono presenti in numero eccessivo, tuttavia arrecano un danno estetico al prato per l'abbondante accumulo di terra sulla superficie. Una buona pratica è quella di spazzare via i coni di terra per evitare di compattarli sull'erba calpestandoli e trattare il prato con solfato di ammonio, solfato di ferro e sostanze organiche, per rendere il terreno un po' più acido. Le larve della tipula rimangono a basse profondità e si nutrono di radici o foglie delle graminacee che compongono il prato, provocando delle chiazze di erba rada nel tappeto. Solitamente non arrivano ad arrecare gravi danni nei giardini e si possono contrastare efficacemente con pratiche agronomiche come, ad esempio, un miglior drenaggio del terreno per creare condizioni sfavorevoli alla moltiplicazione di questi insetti. Il grillotalpa si nutre non solo di insetti o di altri piccoli animali del terreno, ma anche di piante, di semi, di bulbi, di radici e di tuberi. Nella ricerca del nutrimento scava gallerie appena al di sotto del livello del suolo, che viene a volte leggermente sollevato alla superficie. Inoltre lo scavo spezza e rode numerose radici, causando nei tappeti erbosi danni talvolta consistenti. Nemici naturali del grillotalpa sono gli uccelli, soprattutto i merli. Per abbassare la quantità degli insetti presenti nel terreno, e di cui appunto il grillotalpa si nutre, può risultare utile, da aprile a maggio, interrare, appena al di sotto della superficie, dei barattoli alti almeno 10 cm, con pareti perfettamente lisce, che andranno poi svuotati periodicamente dagli insetti che vi sono rimasti imprigionati.

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MALATTIE FUNGINE

Fusariosi.

E' una malattia che si manifesta solitamente in autunno o primavera, specie se la neve ha stazionato a lungo sul prato. Indicative sono le macchie di erba ingiallita che successivamente si allargano e diventano più scure. In condizioni di forte umidità è possibile osservare sul bordo di ogni chiazza una formazione fungina cotonosa biancorosata. Essendo una malattia di non facile eliminazione si devono prendere tutti gli accorgimenti necessari per impedirne l'instaurazione come, ad esempio, evitare di calpestare il tappeto erboso quando è coperto di neve, favorire l'aerazione ed eliminare con una scopa la rugiada mattutina, mantenendo il prato il più asciutto possibile. Attacchi leggeri del fungo si possono contrastare somministrando solfato di ferro nelle dosi di 8 gr circa per mq sciolti in 2 l d'acqua. Quando la sua presenza si fa invece più consistente si può intervenire con fungicidi contenenti Benomil o altri prodotti come quintozene o tiofanato di metile, nelle dosi indicate sulle confezioni.

- Corticium fuciforme.

Il danno estetico provocato da questo fungo si manifesta solitamente nella tarda estate o in autunno, mediante la formazione nel prato di chiazze rossastre dovute allo sviluppo di vegetazione fungina filiforme che avvolge e lega tra loro i fili d'erba. Anche nei confronti di questo fungo si può intervenire con accorgimenti che limitino l'instaurarsi della malattia come ad esempio un'adeguata concimazione azotata, l'eliminazione dell'umidità eccessiva e una corretta aerazione e scarificatura.

- I cerchi fatati.

E' una malattia provocata da diverse specie di funghi, che determinano nel prato la comparsa di una o più strisce di un'erba rigogliosa verde carico, solitamente chiusa ad anello. Tra i funghi che creano maggiori problemi viè il Marasmius areades, il quale forma due strisce concentriche di erba vigorosa che ne racchiudono una di terreno nudo o erba morta soffocata dalle ife del fungo. La cosa migliore per combattere questo micete è intervenire al momento della comparsa dei primi sintomi annaffiando i cerchi con solfato di ferro; qualora fosse troppo tardi, conviene asportare la parte di prato infettata scavando alla profondità di 30 cm e ritagliando una zolla che sporga di almeno 20-30 cm verso l'interno e verso l'esterno degli anelli. Durante questa operazione si deve prestare molta attenzione a non far cadere terra infetta sul prato per non diffondere la malattia. Dopo aver bruciato la parte asportata si deve riempire la buca con nuovo terriccio e riseminare.

MUSCHIO, ALGHE E LICHENI

Normalmente la presenza di alghe, muschi e licheni nei prati è la conseguenza di una cattiva opera di manutenzione. Queste crittogame che non danneggiano direttamente le erbe del tappeto erboso ma, piuttosto, deteriorano l'aspetto estetico del prato, prediligono terreni umidi, poveri, pesanti e compatti. Il miglior metodo per liberarsene è quindi quello di attuare razionali pratiche di manutenzione del tappeto erboso, prestando una particolare attenzione all'aerazione, al drenaggio e alla fertilizzazione del terreno. Interventi muschicidi con prodotti chimici sono possibili mediante l'impiego di soluzioni diluite di solfato di rame o di ferro. Bisogna rastrellare il terreno due settimane dopo il trattamento, per eliminare i vegetali morti, poi distribuire un leggero strato di concime ed eventualmente riseminare le chiazze rimaste nude.

CALENDARIO DELLA MANUTENZIONE

GENNAIO

Occorre rimuovere le foglie morte dal prato, effettuare la manutenzione del tosaerba e degli attrezzi da giardino.

FEBBRAIO

Si devono controllare i mucchietti di terra prodotti dai lombrichi e, quando sono asciutti, procedere al loro sminuzzamento. Bisogna terminare la preparazione del terreno se si deve effettuare la semina primaverile.

MARZO

Vanno distribuiti sul prato i coni di terra formati dai lombrichi. Si passa in seguito il rullo per riassestare le zolle sollevate dal gelo e si procede ad una tosatura regolando alte le lame del tosaerba. Se il tempo è mite e stabile, bisogna distribuire verso la fine del mese un fertilizzante completo, ricco di azoto.

APRILE

Si tosa regolarmente a seconda del ritmo di crescita dell'erba e si ispeziona attentamente una zona campione del prato per controllare la presenza di muschio, chiazze spoglie o crescita rada dell'erba e si effettuano i relativi lavori di manutenzione come la sarchiatura o la distribuzione di nuovo seme. E' importante effettuare la concimazione primaverile se non lo si è fatto nel mese di marzo.

MAGGIO

Bisogna continuare con il programma di tosatura aumentando la frequenza dei tagli in relazione alla crescita dell'erba, per arrivare ad uno sfalcio alla settimana, abbassando progressivamente l'altezza delle lame fino ad avvicinarsi al livello del taglio estivo. E' consigliabile controllare le infestanti e rastrellare la superficie per sollevare i fusti dei trifogli e le infiorescenze delle annuali preparandoli al passaggio del tosaerba. Il terreno deve essere irrigato copiosamente qualora il tempo dovesse essere troppo secco.

GIUGNO

In questo periodo potranno essere necessari 2 tagli alla settimana, se il tempo è umido. Se il tempo invece è secco, occorre alzare l'altezza di taglio lasciando l'erba leggermente più lunga. Si irriga ogni qualvolta sia necessario aerando la superficie nei punti più compattati. E' opportuno rastrellare prima del taglio per sollevare i fusti striscianti dei trifogli. Qualora essi rappresentassero un vero problema si deve ricorrere all'applicazione di un diserbante selettivo.

LUGLIO

Bisogna continuare con il programma estivo di tosature, rastrellando la superficie prima del taglio e irrigare qualora sia necessario. All'inizio del mese, se lo si ritiene opportuno, si può ricorrere ad una leggera concimatura.

AGOSTO

Continuare come per il mese precedente. Se l'erba durante l'estate è cresciuta troppo, si eviti di tagliarla subito corta, ma si aumenti l'altezza del taglio, alla prima tosatura, per poi ridurla progressivamente con i tagli successivi.

SETTEMBRE

In questo mese inizia il programma di manutenzione autunnale, quindi è opportuno diminuire la frequenza delle tosature ed alzare l'altezza di taglio in relazione alla rallentata crescita dell'erba, per arrivare ad incrementarla di mezzo centimetro rispetto a quella estiva. Poi bisogna scarificare per rimuovere il feltro, aerare nelle zone compattate ed effettuare una concimazione superficiale somministrando un prodotto a basso contenuto di azoto. Nei periodi più umidi, dalla metà del mese in poi, ci si deve occupare dei lavori di sistemazione del prato, come il pareggiamento dei dossi e degli avvallamenti e la sistemazione dei bordi danneggiati. Se fossero presenti segni di malattie fungine è consigliabile applicare un anticrittogamico sistemico come il Benlate. Questo è inoltre il periodo migliore per l'impianto di un nuovo prato mediante semina.

OTTOBRE

Si devono completare i lavori che non si sono potuti terminare nel mese precedente, come, ad esempio, regolare le lame all'altezza del taglio invernale e, prima della tosatura, spazzolare l'erba con una scopa per eliminare la rugiada o le gocce di pioggia, infine, rastrellare le foglie cadute la cui presenza favorirebbe l'insorgere di malattie. In questo mese inizia il periodo ideale per la posa di piote per l'impianto di un nuovo prato.

NOVEMBRE

Se il tempo è asciutto e non troppo freddo, può essere necessaria una tosatura, sempre con le lame regolate alte. Si deve continuare ad eliminare le foglie secche e provvedere alla manutenzione degli attrezzi.

DICEMBRE

Si prosegue nella raccolta delle foglie evitando il più possibile di calpestare il prato quando è troppo bagnato o gelato, per evitare di danneggiarlo.

UN'ALTERNATIVA AL PRATO

La presenza di terreno permeabile e una buona disponibilità d'acqua sono i presupposti fondamentali per la realizzazione di un prato. Mentre se ci si trova in terreni eccessivamente ombreggiati, umidi, scoscesi, o troppo aridi, non è neppure il caso di compiere dei tentativi, perché comunque risulterebbero vani. Per tutte queste aree, che verrebbero altrimenti colonizzate da infestanti, si può ricorrere ad alcune specie tappezzanti che, grazie al portamento strisciante e al denso fogliame, possono ben presto ricoprire ampie superfici, garantendo nel contempo un buon risultato estetico. Le tappezzanti, tra l'altro, richiedono molte meno cure di manutenzione rispetto al normale tappeto erboso, offrendo quindi una valida alternativa nel caso in cui non si disponga del tempo e delle energie necessarie per curare un prato. Dato che le piante tappezzanti possono essere sia erbacee sia arbustive, viene qui fornito solo un elenco delle specie, che sono invece descritte all'interno delle singole sezioni.

Tappezzanti sempreverdi a crescita rapida

- Lamium galeobdolon (perenne)

- Hedera (arbusto)

- Hypericum calycinum (arbusto)

- Vinca (arbusto)

Tappezzanti sempreverdi a crescita medio-rapida

- Ajuga reptans (perenne)

- Cotoneaster dammeri (arbusto)

- Gaultheria procumbens (arbusto)

- Mughetto (perenne)

- Tiarella cordifolia (perenne)

- Viola cornuta (perenne)

Tappezzanti sempreverdi a crescita medio-lenta

- Bergenia (perenne)

- Cerastium tomentosum (perenne)

- Dianthus var. «Mrs. Sinkins» (perenne)

- Eriche (arbusto) - Euonymus fortunei (arbusto)

- Ginepri nani o striscianti (arbusto)

- Lonicera pileata (arbusto)

- Mahonia aquifolium (arbusto)

- Pachysandra terminalis (arbusto)

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